giovedì 19 novembre 2009

Storie liete dal PCU: Kohn

Kohn è arrivato al PCU circa tre settimane fa.

Appena arrivato non riusciva a camminare, a parlare e nemmeno a parlare. Passava tutto il giorno a letto disteso dormendo. Se lo si svegliava all'ora di colazione o a pranzo per farlo mangiare ti guardava con senso di indifferenza, disturbato dall'intervento.


Pailin, un'altra paziente che gli dorme accanto, aveva addirittura paura di lui perchè "diceva" (Pailing non può parlare, ma solo scrivere sul cell) che Kohm si alzava di notte e girava per la stanza. Dicevano perciò voci che fosse nottambulo (non sarebbe stata la prima volta per il PCU).

Fisicamente poi sul corpo presentava decine di macchie causate da funghi della pelle, batteri e ferite infette.

Poi ha iniziato a migliorare.

Piano piano il viso si è risvegliato ed il suo sguardo si è illuminato sempre più...
.. e così ha smesso di mangiare a letto, ha iniziato a dormire la notte e ora cammina tranquillamente da solo senza nessun problema.

Eccolo in una foto di oggi seduto mentre mangia con gli altri nella zona dei tavoli.

Anche se ancora parla pochissimo, ora appare molto contento!

Il centro in fermento per Padre Giovanni

Oggi è stata una giornata campale: domani al compleanno di Padre Giovanni ci saranno circa 200 invitati e oggi i preparativi letteralmente fermevano....

I bambini da diversi giorni stanno provando uno spettacolino di auguri. Oggi, sebbene siano stati a scuola la mattina ed il pomeriggio, hanno investito il resto del giorno a preparare elementi per la festa come le bandierine dell'Italia e della Tailandia.

I tecnici invece erano al lavoro sulla scenografia del cortile principale. Un palco di fiori è stato allestito vicino alla cucina. Sono state aggiunte le luci colorate come a Natale... ed inoltre è stata completata la capanna che verrà poi riusata il primo dicembre per il world AIDS day.

I cuochi invece andavano a fare le spese per la cena e progettavano i piatti occidentali da offrire agli invitati.

Per di più la mattina sono arrivati tre nuovi visitatori: 2 francesi ed 1 italiano di cui ci siamo dovuti prendere carico io ed Helena, dato che non c'era nessun altro disponibile! :-)

Io sono stato confermato preparatore ufficiale del tiramisù. Subito dopo mangiato i cuochi mi hanno portato con il camioncino al Villa Market a Pattaya per le spese. Siamo stati via quasi tutto il pomeriggio.

Ebbeme: ho comprato tutto il mascarpane e tutti i savoiardi del supermercato!!!
Anzi. Dato che mi servivano ancora biscotti ho chiesto ad una manager se ce ne fossero stati altri in magazzino, ma niente: non c'era nulla! Grazie al cielo, alcuni savoiardi erano avanzati dalla prova e cosi ho potuto utilizzarli per completare le seconda teglia necessaria a coprire i 30 invitati speciali.

Il risultato è stato nettamente superiora al primo tentativo. La crema era morbida e cremosa al punto giusto. Inoltre (con mezzi molto impropri :-P) si è provveduto alla creazione delle scritte di buon compleanno:


Qui invece come appariva il palco principale appena terminati i lavori stasera tardi:


mercoledì 18 novembre 2009

Sushi alla cena Giappa!

Per ripagare il tiramisu italiano di ieri e fondamentalmente perchè Thai ed occidentali richiedevano a gran voce di assaggiare un pò di sushi originale...

... i giapponesi si sono offerti di preparare la cena di stasera!

Due commenti sulla preparazione:

Helena mi ha raccontato che al supermercato (Lei li aveva accompagnati) ci hanno messo ben più di un'ora per scegliere gli ingredienti della cena, anche se la lista non arrivava a 10 elementi. :-)


In cucina non c'era storia: uno in parte all'altro, ognuno preparava la sua parte con ordine e metodo, seguendo uno schema che sembrava collaudato e condiviso.


La cena è risultata veramente buona! Il gusto del sushi era decisamente diverso da quello che si trova nei classici ristoranti giapponesi in Italia, molto fresco e dai sapori mescolati sapientemente. Anche il wasabi del tubetto preconfezionato sembrava più buono! :-)


La nota della cena è che per la prima si è mangiato utilizzando le bacchette. Normalmente al centro si usano sempre le posate occidentali (solo forchetta e cucchiaio però, il coltello anche se lo chiedi non te lo danno). Anche questo ha dato un piacevole connotato alla serata.

Io ed Helena poi abbiamo dimostrato che ce la cavavamo tranquillamente soprendendo i presenti, abituati a vedere gli occidentali "digiunare" con le bacchette in mano.



Anima trans_migrata

Quest'uomo è definito nella lingua italiana un trans....



... ma la traduzione del termine 'Kathoey' non rende per niente il concetto di omosessuale tailandese, che non assomiglia neanche vagamente a quello occidentale.

'Lei', quindi, è arrivata al centro gli ultimi giorni della settimana scorsa, ed è stata subito portata in ospedale a Rayong. Ma nel piccolo lasso di tempo aveva fatto colpo su Helena, che era al suo primo vero incontro un Ladyboy (come anche si fanno chiamare) e ne è stata proprio impressionata.

Colpita a tal punto che oggi -tornata la kathoey dall'ospedale- Helena le è stata accanto tutto il tempo, lavandole il corpo con un panno bagnato. Però la paziente stava molto male, continuando a rigirarsi nel letto in stato semi-confusionale.

Ciò che fa rabbia è che Mr Songsak ci ha raccontato che succede spesso che i pazienti dall'ospedale pubblico tornino in stato confusionale perchè non vengono curati con il necessario tatto. I malati di HIV, a causa della loro debolezza intrinseca, ne risentono molto di più.

Alla fine si è spenta nel pomeriggio lasciano in Helena un senso di disagio...

martedì 17 novembre 2009

tiramisu: la prova di realizzazione

Oggi ho finalmente realizzato la prima prova di sperimentazione del tiramisu.
Stasera è stato servito dopo cena ai presenti.

Risultato: ottimo!
Ha messo d'accordo Europei, Tailandesi, Giapponesi... e me compreso.

Dovrò tornare a Pattaya a ricomprare gli ingredienti per la festa di compleanno di Padre Giovanni di venerdi. Sono pronto ad prepare la torta per i 30 invitati speciali (tra cui anche l'ambasciatore italiano in Tailandia)!

Una entità unica in più persone: i Jap!

Arrivati domenica pomeriggio, ho avuto occasione di incontrarli solo oggi, dato che sia domenica che lunedi sono stato lontano dal centro durante la giornata...

...di chi sto parlando?
Di 7 giapponesi che si sono presentati al centro come volontari care-giver!

Studiano infermeria in una delle mille università in zona Tokio. La loro scuola ogni anno seleziona un gruppo di studenti che hanno la possibilità di fare pratica su malati del PCU.

Quest'anno sono arrivati loro sette:


Dato che appunto -sono specializzati in infermeria- Padre Giovanni li ha messi sotto...
... a produrre 200 messaggi di auguri di Natale entro la fine della settimana!
E' un compito che solo ad un gruppo di giapponesi potrebbe essere assegnato con un risultato finale positivo.

Eccoli quindi in veste operativa, sommersi di carta, colla, forbici, matite colorate e pastelli...
ovviamente si distinguono in primis nella realizzazione degli origami. Decine di cigni adornano le cartoline in via di preparazione :-)


La qualità dell'operato artigianale (come già quello Tailandese) è elevatissimo.


Tutto viene fatto scrupolosamente a mano: disegni, ritagli, incisioni.

Ma la cosa che soprende tutti è il loro modo di operare in gruppo in qualsiasi cosa.

Fai una domanda ad un loro: lui la riprone ad un secondo, che si volta ad un terzo e così via fino a che qualcuno non trova la risposta. Ma la cosa incredibile è che la risposta torna indietro in ordine: l'ultimo la dice al penultimo, che la passa a quello prima, ecc ecc, fino a che quello che ha ricevuto la domanda riporta la risposta all'interlocutore iniziale.

A tavola? Non è che si siedono come capita capita. Prima si raggruppano e fanno un veloce meeting in cui si assegnano i posti disponibili! Quindi si siedono come stabilito.

Ovviamanente anche nella realizzazione delle cartoline: ognuno ha la sua mansione ed il proprio compito.

In occidente la gente si riunisce in gruppi, in Giappone l'entità gruppo si suddivide nelle sue componenti.

Il braccio destro del centro: Father Peter

Father Peter è "la pietra" su cui Padre Giovanni ha appoggiato la gestione del centro.



Father Peter è come Father Andrew un padre tailandese.

Lui racconta che la sua decisione di diventare prete nacque ad otto anni di età. A quei tempi aveva uno zio che era stato ordinato prete cattolico. Il suo comportamento impressionò talmente tanto Father Peter bambino da fargli decidere di divenire strumento di Dio in forma totale.

Egli infatti ammette che per essere ottimi strumenti di Dio non è necessaria la carriera ecclesiale, ma la scelta religiosa lo pone in posizione più simile a quella di Cristo e quindi gli permette di imitare in tutto e per tutto la vita del Cristo.

Questo è il suo scopo e il suo obiettivo: essere sempre di più istrumento ottimale di Dio.

E per questo ha deciso di applicarsi nel lavoro di tutti i giorni e soprattutto nello studio, come mezzo per migliorarsi. Uno dei punti in cui racconta di sentirsi più debole è l'Inglese, che riconosce di saper parlare in maniera non adeguata ai suoi bisogni. Sente di doverlo migliorare per poter lavorare di più e meglio con gli stranieri che frequentano il centro.

Father Peter -sebbene conoscesse il centro dei camilliani di Rayong di fama- non vi era mai stato prima di tre anni fa, quando l'ordine religioso gli chiese di trasferirvisi per procedere con la missione camilliana.

Nell'organigramma ad oggi egli è a tutti gli effetti il vicedirettore del centro. Però, poichè Padre Giovanni spesso si trova fuori sede per i suoi continui viaggi di supporto spirituale ai bisognosi, di aggiornamento sull'HIV e -non da meno- alla ricerca di fondi per il centro, Father Peter è il braccio sempre attivo del centro, sempre pronto all'intervento in vece del Direttore Padre Giovanni.

Egli è inoltre direttamente responsabile dell'orfanotrofio di Rayong e del centro di Indipendent Living. Inoltre segue la contabilità del centro. Proprio oggi mi diceva che ha avuto un meeting di tre ore per la preprazione delle stime di budget per il prossimo anno... con tutti i problemi che questo comporta in una istituzione che vive solo di carità! :-)


lunedì 16 novembre 2009

Chi troppo vuole... gli scherzi del destino

Recupero su wikipedia il nome completo tailandese di Bangkok:
Il nome cerimoniale di Bangkok è กรุงเทพมหานคร อมรรัตนโกสินทร์ มหินทรายุธยามหาดิลกภพ นพรัตน์ราชธานี บุรีรมย์อุดมราชนิเวศน์มหาสถาน อมรพิมานอวตารสถิต สักกะทัตติยะวิษณุกรรมประสิทธิ์ (Krungthepmahanakhon Amonrattanakosin Mahintharayutthaya Mahadilokphop Noppharatratchathaniburirom Udomratchaniwetmahasathan Amonphimanawatansathit Sakkathattiyawitsanukamprasit), il nome più lungo del mondo.
Per dirlo anche un tailandese ci impiega una ventina di secondi.

Il significato (fonte: La guida Lonely Planet della Tailandia) del nome è:
Grande città degli Angeli, Custode delle Gemme divine, Grande paese inespugnabile, Grande ed importante reame, Regale e Deliziosa Capitale Patria della Nove Nobili Gemme, Maggiore sede reale e palazzo reale, Rifugio Divino e dimora degli Spiriti Reincarnati.

Anche abbreviato il nome della città per i Thai è Krung Thep, cioè: Città degli Angeli.

La domanda che sorge spontanea è: ma allora come mai una città con un nome tanto ampolloso ed altisonante è conosciuta da tutto il resto del mondo con la semplice parola Bangkok?

Il nome Bangkok è un errore di trascrizione del nome originale del villaggio sul quale poi fu fondata l'attuale città dall'imperatore Rama I nel 1782. Il villaggio si chiamava: Bang Makok...
che vuol dire semplicemente 'posto dei Melanocarpi' (ancora dalla Guida Lonely Planet).

Cibi stranieri... a gogo :-)

Abituati negli ultimi tempi in Italia a vedere comparire sempre di più supermercati per gli immigrati strapieni di cibo importato da tutte le parti del mondo...

... fa effetto quando verifichi che il tuo pane quotidiano si trova solo nei supermercati per stranieri!

In Thailandia esistono due principali compagnie specializzate nell'importazione di cibi dal resto del mondo: Footland ed il Villa Market.


Soprattutto il secondo dei due risulta completamente dedicato a cibi importati, con i relativi costi strepitosi per i locali. Nelle scansie il cibo oltre che per tipologia, come formaggi, verdure, dolci, panetteria si divide anche per nazionalità di provenienza! Marche statunitensi fanno a pugni con prodotti inglesi e tedeschi. Cibi giapponesi si confrontano con quelli cinesi.



L'impressione è di avere a portata di mano un pezzo del proprio mondo.

Io nel frattempo ho recuperato il mascarpone ed i savoiardi per il tiramisu!
Li riconoscete? :-)

domenica 15 novembre 2009

Visita al Garden of Eden

Oggi per la prima volta da quando sono arrivato a Rayong ho avuto possibilità di andare a visitare il centro del giardino dell'Eden.

L'occasione è spuntata quando Father Andrew mi ha raccontato che la domenica, dopo la messa al centro di Rayong, si sposta sempre anche al Garden of Eden per esercitare il ministero. Così mi sono accodato.


Dato che siamo partiti intorno alle 11 del mattino, appena arrivati era ora di pranzo e ci siamo uniti ai bambini del posto, che stavano già seduti a tavola al nostro arrivo. Dopo mangiato, Father Andrew ha iniziato a predicare la messa, mentre io -seguendo il coordinatore del luogo che mi faceva da guida- ho proceduto alla visita del posto.



Sono stato molto colpito dall'organizzazione del giardino e dalla sua tranquillità. Fuori in aperta campagna presenta un modello di vita lontanissimo da quello a cui siamo abituati. Nel mondo occidentale l'autosufficienza delle esigenze primarie è un concetto che è stato semplicemente cancellato, surclassato dai bisogni di specializzazione dei compiti e dai ruoli nella parte produttiva. Dappertutto la globalizzazione sta applicando lo stesso concetto addirittura su scala planetaria...

...ma non qui! :-)

Il centro risulta un mondo a sè, anche se non è un mondo chiuso in sè. I contatti con l'esterno sono presenti in vario modo e sono determinanti per il buon funzionamento del tutto.

Durante la visita ho avuto la piacevole occasione di ritrovare Ning e Hane: entrambe pazienti al centro di Rayong durante i primi giorni di volontariato, ma trasferite quì in seguito.

Viaggio compreso siamo stati via non molto più di quattro ore. La gita è stata breve, ma piacevole. :-)

Il giardino dell'Eden


Il centro Garden of Eden è situato sempre in provincia di Rayong, ma all'interno, lontano dal mare e dalla strada principale.

Al giardino dell'Eden risiedono persone infette da HIV, ma che non sono in fase AIDS e che anzi hanno raggiunto un buono stato di salute, tale da poter pianificare una vita in proprio.

Lo scopo del centro è proprio questo: permettere la riabilitazione sociale di queste persone. Molti dei presenti una volta erano pazienti presso la sede CPU di Rayong. E' prassi abbastanza usuale per alcune famiglie di espellere i membri che abbiano contratto il virus dell'HIV; questo comporta che se la persona poi riesce a fermare l'avanzata della malattia, comunque si trova senza un posto dove poter tornare per ricominciare.

Il giardino dell'Eden offre loro tutto quanto è necessario per potersi ricostruire una vita. Per questo ci sono possibilità di alloggio sia alle famiglie che per singoli. Mentre ai nuclei familiari viene fornita una casa propria, i singoli vengono raggruppati in tre per appartamento, in modo da poter dividere le spese di mantenimento.

Nel centro vivono una cinquantina di persone, tra cui anche una decina di bambini appartenenti a cinque o sei famiglie diverse.

Per le esigenze primarie di cibo ed acqua gli abitanti hanno diverse possibilità. Ci si può dedicare all'agricoltura in campi e spazi rurali coltivati come orti. Ci sono zone per l'allevamento di rane, pesci, oche, maiali e animali simili. E' anche possibile praticare la pesca in un fiume vicino.


Tuttavia un lavoro molto importante è la produzione artigianale di oggetti che vengono poi venduti dal centro di Rayong verso gli esterni. Una menzione speciale va alle bambole e ai vasi di fiori finti che sono di fattura decisamente alta.

Sebbene vi sia un coordinatore centrale, quì l'accento è sulla imprenditorialità e sulla autosufficienza: chi lavora, produce e vende guadagna i soldi con i quali si ripaga le spese.

Oltre alle case degli abitanti, il centro comprende una costruzione centrale che funge da punto di ritrovo generale, l'abitazione dei coordinatori, un orfanotrofio, un piccolo centro PCU per chi viene reinvestito improvvisamente dalla malattia (la sede è chiamata PCU EDEN).



L'orfanotrofio a differenza di quello al centro di Rayong prevede la presenza di bambini non infetti, ma diventati orfani pre motivazioni relazionate con l'HIV. Al momento il numero di bambini ospitati è molto basso.



Anche qui i lavori sono sempre attivi. Oltre ad un nuovo edificio che sarà completo nel prossimo mese, per il 2010 si prevede già di procedere alla creazione di una nuova zona dedita alla preprazione di fertilizzanti e concimi da rivendere agli agricoltori locali.

sabato 14 novembre 2009

Crepes all'orfanotrofio

Oggi la sorella di Father Peter compiva gli anni. Per festeggiare il compleanno è venuta a trovarci al centro dei Camilliani.

Ma non è venuta sola: si è fatta accompagnare da tutta una squadra di cuochi e camerieri che si sono attivati a servire dolci e preparare crepes per tutti!

Avendo portato tutto il set completo di tavoli, fornelli ed ingredienti, si sono posizionati all'aperto di fronte all'ingresso dell'orfanotrofio per privilegiare i bambini.


Ma la notizia si è presto diffusa per tutto il centro e a gruppi tutte le sezioni del centro si presentavano a reclamare la propria parte.

Ovviamente ognuno poteva scegliere liberamente come farcire la crepes. Mentre ero in coda ho notato che la quasi totalità delle persone tra gli ingredienti scegliavano una salsa rossa come condimento. Puntualmente pensando che, se cosi tanti la sceglievano necessariamente doveva essere buona, quando è stato il mio turno, l'ho indicata come primo elemento!

Al primo assaggio... ho scoperto che quella era la salsa piccante!!! I Thai non si smentiscono mai!

Pai Dan

Ieri sera -dopo cena- sono andato a trovare i bambini dell'orfanotrofio perchè in questi ultimi giorni avevo dedicato loro poco tempo. Arrivato, l'orfanotrofio era vuoto. Da uno dei dormitori appare la sola Puna che mi saluta e se ne esce!

Allora la seguo fino a quando trovo tutti i ragazzi in fila pronti per partire. E qui sfoggio le mie due parole di Tailandese:

-Pai Nai? (Dove andate?, Pai vuol dire andare)
-Pai DAN

DAN!?! cosa vorrà mai dire? Non conosco questa parola. E' l'occasione giusta per aggiungersi ed andare a vedere!

Preso il camioncino adattato a bus, dopo un breve viaggio arriviamo a "DAN", uno dei distributuri di benzina in direzione Rayong con annesso il negozio più grande!


Tutti i venerdi i bambini vengono portati in questo distributore dove gli viene assegnata una cifra di circa 50 bath a testa per comprarsi tutto quello che vogliono.

Per il supermercato l'arrivo dei bambini è una vera invasione. Si riversano all'interno come un fiume e vanno, prendono, toccano, disfano. Per la maggior parte sono a caccia di dolcetti e caramelle.


La cosa che mi ha sorpreso è stato quando alcuni orfani dovevano scoprire se potevano permettersi di pagare tutti i dolci che avevano raccolto.
Erano in quattro e si sono raggruppati con le mani ben tese in avanti a formare un cerchio con le dita. Una di loro (Keol) ha iniziato a guardare gli elementi nel cestino e con la propria mano indicava una delle dita, spostandosi un dito alla volta lungo il cerchio, mentre contava. Finiti gli elementi, è ripartita a contare in direzione opposta fino ad arrivare al punto di partenza: ora che aveva aggiunto tutti i singoli prezzi, stava calcolando a quanto ammontava la somma totale!

La calcolatrice più divertente che mi sia mai capitata.

Non potete poi immaginare, i gridolini di gioia, quando, finito il conto totale, si sono accorti che i soldi bastavano per comprare tutto!
:-)

venerdì 13 novembre 2009

Ice cream: farang vs thai


-Sembra familiare?
-Si... mah...
...c'è qualche cosa che non torna! Non so... la scritta... mi sembrava un pò... diversa!


Ebbene, il gelato Algida si trova anche qui!
E non solo, il nome del marchio per la Thailandia è WALL'S, ma il brand è presente quasi dappertutto, ogni zona con il proprio nome.

I gelati del muro sono esattamente gli stessi italiani, identici in tutto e per tutto! Solo che ... costano meno! :-) Nonostante ciò, il classico "cornetto" rimane il gelato più costoso che si possa trovare in Thai. Costa ben 20 bath, cioè 40 cent.
Dalla foto risulta che il resto dei gelati si attesta sui 10 bath, cioè 20 centesimi...

... lor signori si servano pure la loro indigestione!


Tuttavia il gelato farang occidentale, rispetto a quello tradizionale Thai, non presenta niente di speciale.

10 Bath è il prezzo per la coppetta piena di palline qui sotto:


  • Il gelato thai viene servito tradizionalmente, anzichè nella coppetta, spalmato dentro un panino simil hot-dog! :-)
  • Ovviamente è fatto con il latte... di cocco!
  • E' quasi sempre servito con la granella gialla che vedete in foto. Penso siano dei semi morbidi da masticare.
Al gelato thai poi si può aggiungere ancora un ultimo elemento, che per la cultura locale è totalmente ovvio, ma che per noi risulta un pò fuori sede:

... il riso!

Una pallina di riso al vapore si amalgama benissimo con il latte di cocco freddo! Prende il sapore del cocco e gli da un pizzico di fantasia.

Certo che ogni piatto tailandese sia servito con il riso è una verità letterale!

giovedì 12 novembre 2009

I "costumi" dei Tailandesi

La nuotata di oggi in piscina, mi ha dato l'occazione di mostrare la moda 'ultimo grido' dei costumi tailandesi, come vi avevo raccontato qualche tempo fa:


Da queste parti non ho mai visto un altro modello...

...stranieri esclusi! Ovviamente...

La zona "sub" segreta

In un angolo nascosto -presso l'ingresso del centro- vi è un cancelletto di ferro chiuso da un lucchetto gigantesco, la cui dimensioni esplicano in modo perfetto la scritta che esso riporta: 'max security'.

Ebbene si, all'interno del centro dei camilliani, vi è una zona reclusa, dove si trova...
...una piscina di tutto rispetto!!!



La piscina non è grandissima, ma sufficiente per dare spazio una decina di persone che si mettano a mollo nell'acqua. La zona balneabile, come i bordi, è a tutti gli effetti coperta da un tetto, ma non essendo completi i muri laterali, la piscina risulta per l'utilizzo scoperta. In pratica l'acqua è comunque scaldata dal sole e nessuna barriera si interpone a bloccare il vento, se presente. Questo motivo rende la piscina fruibile solo nei giorni caldi.

Oggi che anche alle 8 di sera -a sole tramontato- il termometro segnava comunque 31 gradi, la temperatura dell'acqua era assolutamente perfetta sia per nuotare, che per una bella spaghettata. Alle tre del pomeriggio, quando i grandi capi hanno dischiuso l'ingresso, l'acqua era assolutamente bollente!

Anche oggi, come ieri, lo scopo principale era far divertire i pazienti e fare un pò di moto.

Un silenzioso stupore ha perciò pervaso tutta la piscina quando lui (in foto sotto):



ha camminato in acqua senza alcun sostegno per la prima volta da alcuni mesi.

Per i pazienti più abili, o con la tavoletta, o con il salvagente, c'era sempre un metodo per farli scendere in acqua.




Per di più, Brother Joy, ed il coordinatore principale degli infermieri, hanno organizzato un gioco in tre gare. Sette pazienti, insieme a me, formavano due squadre di 4 elementi.
La prima due gare erano una corsa di nuoto a staffetta. Ognuno doveva nuotare avanti ed indietro lungo la piscina, utilizzando una tavola galleggiante come staffetta per il cambio.



Alla fine delle due gare il punteggio era di parità: 1 - 1. Quindi è arrivata la terza gara: la bella!
In questo caso 8 monetine da 5 bath venivano lanciate in diverse zone della piscina, mentre i concorrenti non potevano guardare. Il gruppo che trovava per primo 5 monetine... vinceva!

In questo modo si sono passate un'oretta e mezza in allegria.

Per me è stata anche una occasione per conoscere meglio i pazienti che 'stanno bene' con i quali raramente mi capita di avere a che fare. Loro di base non hanno grande bisogno di aiuto: per di più le loro stanze sono esattamente dalla parte opposta di quella in cui sono operativo praticamente a tempo pieno.

Gallina vecchia... fa buon brodo!

... soprattutto se per fare il brodo utilizzi anche le zampe intere!


Una volta mi avevano detto: "Non puoi dire di essere stato in Thai... senza non hai mangiato una delle loro zuppe di pollo con zampe comprese".

Ebbene... ora posso rivelarvelo: "Sono veramente stato in Thailandia!"

mercoledì 11 novembre 2009

Facce nuove al PCU

Questo inizio settimana ha portato diversi nuovi pazienti presso il centro.

Con la scomparsa di 4 persone -di cui due descritte qui- si sono liberati quattro posti letto, che sono stati subito presi dai nuovi arrivati.



1 - 2 -3 - step!

A seguito di una cena con Brother Joy, nasce il progetto di creare delle lezioni di aerobica ai pazienti del centro. Helena in Germania ha sempre praticato danza, fino ad arrivare negli ultimi anni all'aerobica. A lei quindi il compito di recuperare la musica e progettare le danze, compatibilmente con le possibilità dei pazienti. :-)


Oggi pomeriggio alla 16:00 si è dato inizio alla prima sperimentazione.
Alcune casse acustiche fornite dal centro insieme agli apparati di amplificazione sono state puntate in mezzo al cortile in modo da coprire sonoramente tutta la zona. I pazienti formavano un gruppo in mezzo al cortile.


I gradini di fronte alla sala congressi invece sono stati utilizzati come palco, dove Helena, e qualche infermieri collaboratore mostravano i passi e dirigevano le danze. Brother Joy, invece, situato tra Helena ed i pazienti faceva da traduttore simultaneo: grazie ad un microfono collegato alle casse, poteva indirizzare in modo semplice e chiaro i pazienti sui movimenti da fare.


L'esperimento è riuscito in pieno: i pazieni -e anche lo staff- si sono diverti un sacco.
A metà è stato pure offerto un drink a base di tamarindo con ghiaccio! :-)


La parte più divertente? Vedere i pazienti con la sedia a rotelle e/o con le stampelle cercare di fare di tutto pur di seguire le note ed i movimenti. :-)

Quasi al termine il refettorio dei pazienti

Ai primi di Ottobre ne esistevano solo gli scavi per le fondamenta, ma oggi i lavori per la preprazione del nuovo refettorio per i pazienti del PCU sono molto a buon punto.

La stima temporale fornita dal costruttore prevedeva due mesi al completamento e per quanto misteriosamente incredibile sembra reale!

L'edificio di forma esagonale prevede due piani. Al piano terra si troverà il refettorio, mentre il primo piano sarà adibito a dormitorio per i bambini. Già adesso gli orfani devono dividersi per la notte tra ben più di un edificio. La nuova stanza permetterà di dare una buona boccata d'aria alla gestione dei posti letto.

La nuova costruzione si trova esattamente di fronte all'ingresso della stanza dello staff del PCU. Quindi, per i pazienti, la nuova zona pranzo risulterà veramente ad un passo dalla camera.
Al momento i pasti -per quelli che possono alzarsi dal letto- vengono consumati in una zona esterna della sala da pranzo, presso le cucine.

Ecco alcune foto dei lavori in corso: il primo piano -come muratura- è quasi comcluso, mentre il secondo procede a passo spedito.


Oggi in particolare i muratori stavano lavorando sulla gettata della scala visibile a destra nella foto sopra.

martedì 10 novembre 2009

Volonteer's house: the pictures!

Finora la stagione delle piogge mi aveva impedito di fare delle foto presentabili alla casa dei volontari... ma ora che è arrivato il sole mi sono sbizzarito!

Dalla Sukhumvit thannon che collega Rayong a Bangkok, la casa dei volontari si trova sul soi 8.


La particolarità del soi 8 è che si trova esattamene sulla prima curva a sinistra della strada!
Partendo da Rayong, la strada procece infatti diritta per svariati kilometri... fino al soi 8!

Anche poi proseguendo per Bangkok, la prima curva -a destra stavolta- si trova quasi a Satta Hip, parecchi kilometri più in là!

La prima villa a destra nel soi è la casa dei volontari. Essa dalla strada si presenta così:

Il cancello è anche l'unico ingresso: non esiste cancellino "pedonale".

In giardino... i continui riversamenti d'acqua hanno fatto sparire l'erba, ma non le piante tropicali, che crescono rigogliose.

Il patio di legno è luogo di letture e discussioni serali del dopo-cena.

Questo è invece l'ingresso esterno:

sotto vi è il portico, che circonda la zona di soggiorno di Marco Palestrini.
A destra del porta-scarpe (in Thailandia è grande maleducazione usare le scarpe in casa) vi è la porta d'ingresso che conduce alla zona condivisa.

Il balcone che invece si vede al primo piano è quello della mia zona notte e si può accedere solo passando dalle mie stanze! :-)

Torna comodissimo per prendere un pò di sole! Ma per adesso è successo solo raramente ;-)

lunedì 9 novembre 2009

ed ora... il ti-la-mi-su!

Stasera a cena è saltato fuori che il dolce preferito di Father Peter è il tiramisù.

E come da cosa nasce cosa... è nata subito l'occasione per ... farmelo preparare!
Il 20 novembre è il compleanno di Father Giovanni e ci saranno almeno una trentina di persone!!!

Il fatto è che per eseguire la ricetta, non solo servono gli ingredienti, ma anche gli strumenti giusti!

Per quanto riguarda gli ingredienti, mi sono subito lanciato a ricercare in internet.
Fortunatamente la folta comunità di italiani residenti aveva già sperimentato il problema e così ho scoperto che sia il mascarpone ed i savoiardi sono acquistabili presso la catena del Villa Market a prezzi spropositati di importazione.
Il più vicino Villa Market? ...a Pattaya, ovviamente!

Ho scoperto che nel bar del centro hanno una moka per prepare il caffe, ora devo vedere cosa mi offre la cucina.

Fortuna che la ricetta in sè è molto semplice!

domenica 8 novembre 2009

pane ...servito a fantasia!

Era sera e mi andava del pane. Quindi ho provato a chiedere in un ristorante:
mi hanno risposto che il pane c'era...

...ma ecco cosa mi hanno portato!

Si nota chiaramente che:
  1. il pane in Tailandia, come lo intendiamo noi non esiste. Esiste solo quello tostato che viene utilizzando per il "breakfast" degli stranieri, oppure quello classico per fare gli hot-dog americani, ma niente di più!
  2. per i Thai non è ben chiaro quali piatti si mangino a quale ora.
Ma attenzione che non è una questione che riguarda i soli piatti occidentali!

Per loro tradizionalmente non esiste alcuna differenza tra piatti della colazione, del pranzo o della cena. Tutto può essere servito in uno qualunque dei pasti in maniera indifferente.
Quindi anche a colazione si mangia il riso insieme alle stesse salse (anche con il chilly!) che poi si ritrovano a pranzo e a cena...
:-)

sabato 7 novembre 2009

Destinazione Jomtien

Ad un tiro di schioppo a Sud di Pattaya si trova la località di Jomtien.

Anch'essa sul mare, si distingue dalla prima per la presenza di un piccolo promontorio che le divide. Le due cittadine crescendo si sono unite in un continuo di case, tanto che molti fanno riferimento a Jomtien come:" la parte tranquilla di Pattaya" :-)

La cosa però è soprendente! Nonostante la relativa vicinanza, tra le due rispettive spiagge ci sono meno di 2 km, l'atmosfera risulta completamente diversa.


Innanzitutto il mare è molto più pulito: l'acqua è ancora cristallina. La spiaggia che delinea un tratto molto più esteso di quasi 6 Km di lunghezza è anche molto larga, permettendo ai turisti di godere di spazi ampi, mentre a Pattaya gli ombrelloni sono a ridosso sia della riva, che della "beach road" subito dietro.

Qui sulla strada il traffico è molto tranquillo. Non ci sono decine di sawngthaew a percorrere la strada avanti e indietro, ma per lo più qualche auto e motortaxi.



Inoltre anche il fatto che Jomtien si sviluppa in lunghezza direttamente sulla riva del mare, da l'idea di un paese raccolto e traquillo. Da qualsiasi albergo o ristorante, basta attraversare la strada per essere al mare.

Risultato: un cittadina di mare perfetta, dai ritmi blandi rilassanti tipici della Tailandia.

Ciliegina sulla torta? I prezzi!

Sono stato in un resort (consigliatomi da una italiana che era passata in visita al centro) chiamato Silver Sand, nella parte Nord del paese.
Ho chiesto una stanza media: 18 euro. Tuttavia il livello di cura era nettamente superiore a quella di molti altri alberghi... ed il resort comprendeva anche ristorante, centro spa e massaggi, due piscine olimpioniche, giardino con giochi d'acqua... un vero spettacolo!!!